giovedì 18 aprile 2013

La tortora e il siliquastro





Lungo la via di San Gregorio al Celio, dietro la grande cancellata che s’apre al Palatino, nei giorni di primavera piange lacrime di sangue un albero antico che non ti aspetteresti di vedere lì dov'è e per questo puoi finire per non vederlo. 
Egli è noto ai botanici come il Siliquastro e tra il popolo di Roma l'ho sentito chiamare Re degli alberi di Giuda.
E benché pianga, fiorendo, la sua vista che ravviva le pendici del colle, mette allegria, non tristezza, e meraviglia chi viene ad ammirarlo da paesi lontani.
 
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La tortora e il siliquastro 
 
L’albero magico che rallegra il Palatino
fiorisce nelle rughe e sul tronco a primavera
le bocche di leone ruggiscono
tra le crepe del muro e il ciuffo di ciclamini viola
si offre al sole. La porta dove bussavi
è stata sempre aperta e la tortora
rimanda il richiamo: ho imparato
ho imparato, anch’io che mi ripeto
qualcosa ho imparato
 
da Tieni aperto, di Michele Colafato, Il Labirinto 2012
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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